Locandina Film IL BACIO DI KLIMT

IL BACIO DI KLIMT

Film

Documentario

UN DOC INTERESSANTE SU KLIMT, IL SUO STILE BOHÉMIEN, E UN BEL CONFRONTO CON ALTRI GRANDI MAESTRI.

di Ali Ray

durata: 90 Min. produzione: GB (2023)

Link al sito: https://www.mymovies.it/film/2023/il-bacio-di-klimt/

Per raccontare una storia si può partire da un unico elemento per poi ampliare la narrazione e comprendere una realtà intera. "Il bacio" (Der Kuss) di Gustav Klimt è il focus da cui si sviluppa un'intrigante vita di un personaggio che, sin dagli esordi della sua carriera di pittore, diventò unico, tra i più grandi artisti della storia.

L'opera da cui inizia il racconto sulle vicende e sui talenti di Klimt è custodita al Belvedere di Vienna.

Come spettatori la sbirciamo alle spalle dei curatori del museo che, con passione, mettono in luce aspetti diversi parlando del pittore viennese: dal suo stile perfettamente figurativo, fino alle evoluzioni stilistiche e sperimentali dovute anche alle influenze di altri artisti contemporanei che Klimt stimava, guardava e ritrattava, fino al suo stile di vita bohémien.

Vediamo "il bacio" nei suoi dettagli più minuziosi: partendo dal denso sfondo dorato, giungendo ai segni e ornamenti dipinti intorno alle due figure abbracciate, avvinghiate in una posizione molto particolare.

Lo stile secessionista legato al Liberty, anzi, allo Jugendstil viennese, è qui tangibile nella sintesi delle forme dei corpi umani e dal decoro apparentemente ricco - per via dell'oro, firma di Klimt -, ma che, di fatto, predilige piccoli elementi naturali come foglie, fiori rossi e sicuramente quell'abbraccio e quel bacio a cui è dedicato il titolo. L'opera è stata realizzata tra il 1907 e il 1908. Il 1907 è l'anno delle Demoiselles D'Avignon di Picasso e di diverse sperimentazioni delle nuove avanguardie che facevano capolino nelle arti visive dai primi anni del nuovo secolo. Un periodo di rottura. Un'epoca di novità e cambiamenti.

E Klimt, attraverso la ripetizione delle figure femminili tipiche delle sue opere, i nudi sensuali, ma sempre moderni per le pose e i colori, i colori frammentati, le influenze dai più classici impressionisti o ritrattisti anglosassoni, attraverso il tema del ritratto e del nudo femminile - quindi di temi piuttosto classici - riesce a rivoluzionare il modo di fare e guardare la pittura. Il bacio tra i due amanti è qui appassionato, ma la posizione è misteriosa, fuorviante: la figura maschile stringe le mani attorno al collo della donna; c'è una forma di possesso, di pacata, passionale violenza che viene ritratta al centro. La donna è in ginocchio posta sull'orlo di un precipizio. É l'abisso del nuovo secolo? É il sentore della guerra che sta per arrivare? O è semplicemente la fine di una storia d'amore.

 

Ecco che i tanti livelli di lettura vengono sviscerati e spiegati in questo documentario di Ali Ray che, grazie agli interventi di curatrici, storici dell'arte, direttori di musei, tutti nell'area viennese e alle musiche di Asa Bennet sviluppa un racconto di Klimt tra l'umano e la pittura. Due elementi che non si possono distinguere l'uno dall'altro poiché arte e vita per Klimt sono mescolate e intrinseche. Gustav è figlio di un incisore che, per un periodo di forte crisi economica, va in malora, dipinge da subito. E si distingue da subito. Un talento nel tratto e nelle linee impressionante: una dote già tangibile da un corpo nudo maschile che dipinge in Accademia. Non c'è un muscolo, un nervo, un'ombra, che non appaiano reali, meticolosi, perfetti. Da qui, da giovanissimo, Gustav aiuta economicamente la famiglia insieme al fratello, disegnando ritratti per gli amici di famiglia e i borghesi del suo paese. Fino a diventare noto già da giovane. Crea così la sua vita da pittore richiesto, attivo e certamente bohémien all'interno del suo studio - che vediamo nel film - accudito dalla madre e da una delle sorelle.

Dagli studi all'Accademia fino alle prime commissioni. Dai ritratti delle donne dell'alta borghesia austriaca - come il noto, bellissimo Ritratto di Adele Bloch-Bauer (1907) o la serie dedicata all'amante e amica per lungo tempo Emilie Flöge, modella e designer di abiti moderni per le donne. E poi le commissioni importanti, come la mostra nel 1902 in onore di Beethoven, dove Klimt dipinge il maestoso "Fregio" attuando la Gesamtkunstwerk (la sintesi delle arti) e narrando, sempre attraverso figure di geni femminili (corpi esili e allungati; capelli fluttuanti, braccia e mani eleganti e in movimento). Qualche anno più tardi, insieme a Josef Hoffman, Gustav Klimt decora il Palais Stoclet di Bruxelles, un vero e proprio esempio di Jugendstil, quel secessionismo viennese da lui fondato.

Dunque Klimt è una figura complessa, ma anche un osservatore e studioso: una parte interessante del documentario riguarda l'accostamento con altri maestri, contemporanei o del passato, a cui Klimt si ispira; da Monet a Sargent fino a Van Gogh, per poi creare uno stile unico con i suoi irripetibili corpi creati con poche e sensuali linee, attraverso una sintesi ancora moderna.

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