Locandina Film Il sindaco del Rione Sanità

Il sindaco del Rione Sanità

Film

Drammatico

Martone allarga la platea della pièce di De Filippo ma non ne disperde l'attualità.

diMario Martone

conFrancesco Di Leva, Massimiliano Gallo, Roberto De Francesco, Adriano Pantaleo, Daniela Ioia, Giuseppe Gaudino

durata: 118 min. produzione: ITA (2019)

Link al sito: http://www.nexodigital.it/il-sindaco-del-rione-sanita/

Napoli, oggi. Antonio Barracano "sistema le cose" e risolve problemi: gli "ignoranti" che non hanno santi in paradiso si rivolgono a lui perché interceda in loro favore e Barracano, soprannominato "il sindaco", si presta volentieri a fare da mediatore, sulla forza della sua reputazione e del timore che sa incutere anche nei malviventi più incalliti del rione Sanità. Uno dopo l'altro, gli si presentano due guappi che "si sono sparati" (quasi) per sbaglio, un padre di famiglia taglieggiato da un usuraio, e il figlio di un panettiere che ha diseredato la progenie. E il "sindaco" mette tutto (e tutti) a posto, esponendosi in prima persona, nel ricordo delle ingiustizie subìte da ragazzo, quando era vittima dell'"astuzia che si mangia l'ignoranza".

Mario Martone porta al cinema la messinscena di una delle più celebri pièce teatrali di Eduardo De Filippo, rappresentata in palcoscenico (e ora sul grande schermo) dal collettivo di attori indipendenti del NEST di San Giovanni a Teduccio, che agiscono sul territorio cercando di togliere i ragazzi dalla strada.

È perciò significativo che, rispetto all'interpretazione classica di Eduardo, questo Sindaco del rione Sanità sia più giovane (Francesco Di Leva ha 40 anni, Eduardo aveva scritto il testo a 60), e dunque più fisico, più carico di energia e di violenza trattenuta. Laddove Eduardo nei panni del sindaco era un esempio di pacata saggezza popolare, Di Leva ha il carisma di un rapper e il fisico di un bodyguard. Questo accentua (probabilmente volutamente) il rischio (errato) di una lettura in odore di camorra del personaggio di Antonio Barracano, rischio già affrontato da Eduardo fin dalla prima rappresentazione del Sindaco. Ma non c'è dubbio che l'eroe della vicenda sia ben lontano dall'essere un capomafia, anzi, è un paladino della giustizia: esercitata a modo suo, ma non contro la legge, che "è fatta bene", solo ha bisogno di un aiutino, in un quartiere degradato come il rione Sanità. Il Barracano di Di Leva è simile ai guappi che deve tenere a freno, ma ha avuto il coraggio di "ripulirsi" ed ergersi a paladino dei più deboli. 

I temi del Sindaco del rione Sanità restano molto attuali: l'ignoranza come "titolo di vendita" che rende i cittadini vulnerabili al sopruso; la lealtà e il tradimento; il libero arbitrio nel decidere da che parte schierarsi; la necessità di interrompere la catena delle vendette e della violenza; la capacità di essere un uomo che sa fare un passo indietro. 
Il tentativo di allargare la platea da teatrale a cinematografica è dunque lodevole, e Martone fa di tutto per dare respiro alla rappresentazione, aprendo porte e finestre, aggiungendo ambienti altri rispetto al salotto del sindaco di eduardiana memoria, lavorando su luce e movimento.

 

Ma l'impianto resta fortemente teatrale, con dialoghi serrati in napoletano stretto che, rispetto all'eloquio rallentato dalle pause strategiche di Eduardo, risulta talvolta difficile da gestire per lo spettatore. E nella "modernizzazione" del testo, peraltro molto fedele all'originale, si perdono alcune chicche: il famoso "tiretto" diventa il cassetto; il poetico "la vita si disperde" diventa il "gomorristico" "la vita si rispetta"; e una frase celeberrima come "ave ragione 'o cane" viene resa quel tanto meno antica da farci ripensare ad Eduardo con un pizzico di nostalgia.

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