Locandina Film State of Play

State of Play

Film

Azione, Drammatico

Un'appassionante partita a guardie e ladri tra politica e giornalismo

diKevin Macdonald

conRussell Crowe, Rachel McAdams, Ben Affleck, Katy Mixon, Jason Bateman, Robin Wright Penn, Jeff Daniels, Helen Mirren, Viola Davis, Maria Thayer

durata: 125 MIN. produzione: U.S.A. (2009)

Link al sito: http://www.stateofplaymovie.net/

Accanto a Matthew Michael Carnahan e Billy Ray, è il Tony Gilroy sceneggiatore della saga spionistica di Jason Bourne a curare lo script di "State of play" di Kevin Macdonald ("L’ultimo re di Scozia") che, basato sulla serie televisiva creata da Paul Abbott, apre subito con un’adrenalinica sequenza notturna di omicidio in cui vediamo tranquillamente in volto l’assassino. Omicidio apparentemente non collegato alla tragica morte dell’assistente del deputato statunitense Stephen Collins (Ben Affleck), sulla quale, affiancato dalla collega apprendista Della Frye (Rachel McAdams), cerca di far luce il veterano reporter di Washington Cal McAffrey (Russell Crowe) E, con la vincitrice del premio Oscar Helen Mirren ("The queen-La regina") nel ruolo della direttrice del giornale e Robin Wright Penn ("La leggenda di Beowulf") in quello della moglie del politico, è soprattutto per merito del notevole cast in stato di grazia – comprendente anche un ottimo Jeff Daniels e un sempre più bravo Jason Bateman – che Macdonald riesce a costruire abilmente un intrigo di taglio quasi hitchcockiano. Un intrigo capace di coinvolgere in maniera progressiva lo spettatore, immerso tra affioranti segreti a lungo occultati e la fondamentale amicizia che lega da molto tempo McAffrey e Collins, mentre ai funzionali dialoghi, opportunamente forniti di un pizzico d’ironia, vengono alternati in maniera sapiente i serrati momenti di tensione (tra i migliori quello che si svolge in garage). Il tutto, impreziosito dall’efficace montaggio di Justine Wright, collaboratrice abituale del regista, ricordando nell’argomento affrontato l’ultra-classico "Tutti gli uomini del presidente", ma presentando allo stesso tempo una costruzione stilistico-narrativa non troppo distante sia da quella alla base di tante spy-story degli Anni Settanta che da quella delle vicende di giornalismo su celluloide risalenti a un ventennio prima. Lasciando soltanto pensare che qualche minuto in meno (siamo sui 125 circa) avrebbe con ogni probabilità giovato al già lodevole risultato finale. La frase: "Questa vicenda mi darà la notorietà che non avrò mai per altri meriti". Francesco Lomuscio

Recensione da:

Logo Sito FilmUp Sito FilmUp