AMERICAN GRAFFITI
Film
Commedia
Film di culto generazionale a effetto nostalgia INGRESSO GRATUITO
diGeorge Lucas
conRichard Dreyfuss, Ron Howard, Paul Le Mat, Charles Martin Smith, Cindy Williams
durata: 110 min produzione: U.S.A. (1973)
Estate 1962. California. Una molteplicità di personaggi (tra cui emergono quattro caratteri) si incrocia nel corso di una notte alla ricerca di una felicità che sembra sempre sul punto di esser colta e che sfugge continuamente di mano. Dei quattro, alla fine, ci è dato di conoscere il futuro: uno morirà in un incidente stradale, uno diventerà scrittore, un altro sarà dato per disperso in Vietnam mentre il quarto farà l'assicuratore. Nel 1973 Hollywood scopre il bisogno di mostrare alla generazione della contestazione nei Campus l'immagine della gioventù dei fratelli maggiori. Lo fa con un film che sfugge alla retorica pur non rinunciando alla nostalgia. Questa emerge, in particolare, dalla colonna sonora selezionata da Walter Murch che ripercorre, con il pretesto di una radio locale su cui tutti si sintonizzano, gli ultimi anni Cinquanta e l'inizio dei Sessanta attraverso le top-hit più famose. Imitato a più riprese, il film di Lucas rimane inviolato e insuperato. Le storie dei protagonisti sono legate a un profondo senso di insicurezza proprio del trapasso dall'adolescenza all'età adulta, ma non manca la profonda consapevolezza del raggiungimento di un punto di non ritorno collettivo che modificherà dalle fondamenta la vita sociale. Si è scritto più volte, anche su testi autorevoli, che l'assassinio di Kennedy non si è limitato a mutare il contesto politico degli Usa, ma che ha scavato molto più in profondità nella coscienza collettiva. Il cinema, sensore privilegiato dei cambiamenti, ha registrato questi sconvolgimenti proponendone una sua lettura. I consigli di Lupo Solitario, la bionda sconosciuta che ti dice "I love you" di là dai vetri di un'auto, i Pharaons, con la loro tracotanza da banda ormai vicina all'estinzione, le corse notturne alla James Dean stanno per scomparire in una dissolvenza non incrociata. Lucas rilegge, in meno di due ore, una generazione con l'immediatezza negata a un saggio e con una penetrazione infinitamente più capillare. Film di culto dalle numerose nominations e (come spesso accade) da nessun Oscar, American Graffiti è, come recita il suo titolo opportunamente lasciato inalterato, una ricerca su incisioni che hanno scalfito la superficie di una società che non è però riuscita a cancellarle. È un "come eravamo" finalizzato alla comprensione del presente, costantemente in bilico sul filo di una memoria che si fa, a distanza di pochi anni, storia di un tempo apparentemente remoto con cui ci si deve confrontare. Giancarlo Zappoli
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