Locandina Film Bird

Bird

Film

Drammatico

Una riuscita storia preadolescenziale che tracima energia cinetica.

diAndrea Arnold

concon Barry Keoghan, Franz Rogowski, Nykiya Adams, Jason Edward Buda, James Nelson-Joyce.

durata: 119 Min. produzione: GB (2024)

Link al sito: https://www.mymovies.it/film/2024/bird/

Bailey ha 12 anni che sembrano dieci di più, perché è da sempre abituata a risolvere da sola i guai suoi e di chi le sta intorno. La sua famiglia più che allargata è scomposta: lei vive con il padre Bug e il fratello maggiore Hunter, figlio della ragazza che papà ha messo incinta a 14 anni, mentre la madre di Bailey ha avuto altri tre figli da uomini di passaggio, e al momento frequenta un tipo equivoco e violento, circondandosi di tossici. Bug sta per sposarsi con una donna conosciuta tre mesi prima, e Bailey rifiuta di andare al suo matrimonio: non ne può più del caos della sua esistenza e non sa come diventare adulta, nemmeno adesso che l'arrivo del ciclo le ha annunciato di essere biologicamente una donna. Le uniche creature che la mettono di buon umore sono gli animali - cani, cavalli, gabbiani, corvi, farfalle - e uno strano giovane uomo soprannominato Bird, che se ne sta appollaiato in cima ai palazzi del quartiere e cerca la sua famiglia, che un tempo abitava accanto alla madre di Bailey.

Bird è il quinto lungometraggio di finzione della Arnold e in qualche modo ne riassume il percorso: ci sono gli animali al centro come nel documentario Cow e nel cortoDog; c'è società blue collar e un personaggio scombinato e narcisista come in Fish Tank e nel corto Wasp; c'è la violenza delle emozioni e una natura imprevedibile come in Cime tempestose; e c'è l'ipercinesi giovane e incontenibile di American Honey.

Bird tracima energia cinetica e si schiera dalla parte della sua protagonista preadolescente: e nessuno sa sintonizzarsi meglio con la confusione e il fervore teen (così come nessuno, nel cinema anglosassone, sa filmare con tanta empatia i bambini). In questo senso Arnold sembra anima gemella di Luca Guadagnino, con cui condivide l'interesse e la vicinanza profonda verso una parte della società spesso raccontata al cinema attraverso uno sguardo adulto e stereotipato.

La camera a mano della regista segue la vita movimentata sulla quale Bailey non ha alcun controllo, anche se lei lo cerca proprio attraverso il cinema facendo continue riprese con il cellulare, prevalentemente per frapporre una distanza di sicurezza fra lei e le persone che incontra. "Hai trovato la tua gente?", chiede Bailey a Bird, ma è la ragazza a non aver ancora trovato le persone con cui può riconoscersi, e che la facciano sentire al sicuro.

 

L'uso della musica rispecchia il mondo schizofrenico in cui vive Bailey, un po' white trash, un po' punk, un po' "daddy's music", fra i Coldplay e i Blur da cantare in coro e la voce struggente di Damon Albarn da ascoltare in silenzio. In Bird c'è un ranocchio che produce bava allucinogena e un personaggio che mette le ali, e soprattutto c'è la voglia di Andrea Arnold di raccontare i corpi in scena, coadiuvata da due degli attori che meglio sanno usare la propria fisicità - l'intenso Franz Rogowski e l'adrenalinico Barry Keoghan - e della giovane attrice protagonista costantemente in scena, Nykiya Adams.

Non tutto è a fuoco, Arnold procede per tentativi e digressioni, affastella eventi e immagini. Ma la sua vis cinefila, e la sua passione per le persone che restano ai margini, sono genuine e a tratti trascinanti. In altri momenti ci si chiederà dove si sia finiti, se Bird esista davvero e quanto si sia disposti a seguire la regista nel suo bailamme confusionario e colorato.

Recensione da:

di Paola Casella