Captain Fantastic
Film
Drammatico
Sotto i colori sgargianti della commedia indie, Matt Ross problematizza con intelligenza il tema dell'educazione degli adulti di domani.
diMatt Ross
conViggo Mortensen, George MacKay, Samantha Isler, Annalise Basso, Nicholas Hamilton, Shree Crooks, Charlie Shotwell, Trin Miller
durata: 120 min. produzione: U.S.A. (2016)
Link al sito: http://www.bleeckerstreetmedia.com/captainfantastic
di Sara D'Agostino17 ottobre 2016Voto: 7.0
“Captain Fantastic”, film vincitore all'undicesima edizione della Festa del cinema di Roma, è un’avventura emozionante e divertente che vede protagonista Ben Cash (Viggo Mortensen) ed i suoi sei figli.
Ben, un padre decisamente sui generis e sopra le righe, ha deciso assieme alla moglie Leslie di crescere i figli lontano dalla moderna civiltà consumista, nei meravigliosi boschi del Nord America. I ragazzi seguono una rigida disciplina basata sostanzialmente sulla filosofia della mens sana in corpore sano: questi sono, infatti, quotidianamente impegnanti in duri allenamenti atti a temprare ed irrobustire il loro fisico e vengono inoltre sottoposti ad una impegnativa istruzione che spazia dai testi di filosofia e di politica, a quelli di letteratura, di scienze e via dicendo. In questo modo tanto i più grandi quanto i più piccoli saranno, secondo Ben, perfettamente in grado di difendersi e di procurarsi del cibo da soli nonché di sostenere una discussione su qualsiasi argomento in maniera esaustiva e di avere una propria opinione critica negli ambiti più disparati.
Un drammatico evento inaspettato tuttavia porterà la famiglia Cash a dover immergersi in una realtà che non le appartiene e questo duro faccia a faccia metterà in luce i pro e i contro di un isolamento volontario ma forse troppo estremo.
L'attore Matt Ross, che si cimenta nuovamente dietro la macchina da presa dopo due cortometraggi ed un lungometraggio del 2012, incentra il suo film sul delicato argomento dell'educazione dei figli e delle scelte che i genitori prendono credendo e sperando di fare il loro bene.
Il protagonista, interpretato da un sempre convincente ed intenso Viggo Mortensen, ha deciso di vivere quel tipo di vita e di impartire quella disciplina anche ai propri figli non per puro amore dell'eccentricità o di uno sterile modus vivendi hippie, ma ritenendo fermamente di fare del suo meglio per garantire alla propria famiglia un grandioso futuro. Questa convinzione è tuttavia destinata a scontrarsi con la vita vera che, pur essendo ricca di superficialità e frivolezze, mette in luce gli aspetti anacronistici ed a tratti ridicoli della scelta dei Cash e porta i ragazzi a porsi delle domande su se stessi e sul loro padre.
Ross sembra suggerire che la vita che Ben e Leslie hanno costruito per i loro figli è purtroppo una mera utopia che, a contatto con la realtà, rischia di essere messa a dura prova e di cadere in uno stato di profonda crisi. Il mondo ideale, fatto di poche e semplici cose e protetto e difeso dalla folta vegetazione delle verdeggianti foreste nordamericane, sembra non essere più sufficiente e addirittura incrinarsi quando è il mondo reale a giganteggiare e a farla da padrone con i suoi agi e i suoi parossismi.
“Captain Fantastic” dunque prende in esame temi, quello della famiglia imperfetta e della dialettica fra anticonformismo e american way of life, cui del resto ci ha già abituato la lunga tradizione del cinema indipendente americano, ma lo fa in maniera originale proprio perché filtrati costantemente dall'aspetto educativo che sembra essere quello più rilevante.
Ross, infatti, perseguendo un'istanza puramente paideutica, mette in luce, in maniera originale e non scontata, gli aspetti contradittori di un'educazione troppo coercitiva e suggerisce un punto di incontro fra due realtà assai diverse che possa consentire al bambino di operare una scelta consapevole e non di subirla.
Ben, un padre decisamente sui generis e sopra le righe, ha deciso assieme alla moglie Leslie di crescere i figli lontano dalla moderna civiltà consumista, nei meravigliosi boschi del Nord America. I ragazzi seguono una rigida disciplina basata sostanzialmente sulla filosofia della mens sana in corpore sano: questi sono, infatti, quotidianamente impegnanti in duri allenamenti atti a temprare ed irrobustire il loro fisico e vengono inoltre sottoposti ad una impegnativa istruzione che spazia dai testi di filosofia e di politica, a quelli di letteratura, di scienze e via dicendo. In questo modo tanto i più grandi quanto i più piccoli saranno, secondo Ben, perfettamente in grado di difendersi e di procurarsi del cibo da soli nonché di sostenere una discussione su qualsiasi argomento in maniera esaustiva e di avere una propria opinione critica negli ambiti più disparati.
Un drammatico evento inaspettato tuttavia porterà la famiglia Cash a dover immergersi in una realtà che non le appartiene e questo duro faccia a faccia metterà in luce i pro e i contro di un isolamento volontario ma forse troppo estremo.
L'attore Matt Ross, che si cimenta nuovamente dietro la macchina da presa dopo due cortometraggi ed un lungometraggio del 2012, incentra il suo film sul delicato argomento dell'educazione dei figli e delle scelte che i genitori prendono credendo e sperando di fare il loro bene.
Il protagonista, interpretato da un sempre convincente ed intenso Viggo Mortensen, ha deciso di vivere quel tipo di vita e di impartire quella disciplina anche ai propri figli non per puro amore dell'eccentricità o di uno sterile modus vivendi hippie, ma ritenendo fermamente di fare del suo meglio per garantire alla propria famiglia un grandioso futuro. Questa convinzione è tuttavia destinata a scontrarsi con la vita vera che, pur essendo ricca di superficialità e frivolezze, mette in luce gli aspetti anacronistici ed a tratti ridicoli della scelta dei Cash e porta i ragazzi a porsi delle domande su se stessi e sul loro padre.
Ross sembra suggerire che la vita che Ben e Leslie hanno costruito per i loro figli è purtroppo una mera utopia che, a contatto con la realtà, rischia di essere messa a dura prova e di cadere in uno stato di profonda crisi. Il mondo ideale, fatto di poche e semplici cose e protetto e difeso dalla folta vegetazione delle verdeggianti foreste nordamericane, sembra non essere più sufficiente e addirittura incrinarsi quando è il mondo reale a giganteggiare e a farla da padrone con i suoi agi e i suoi parossismi.
“Captain Fantastic” dunque prende in esame temi, quello della famiglia imperfetta e della dialettica fra anticonformismo e american way of life, cui del resto ci ha già abituato la lunga tradizione del cinema indipendente americano, ma lo fa in maniera originale proprio perché filtrati costantemente dall'aspetto educativo che sembra essere quello più rilevante.
Ross, infatti, perseguendo un'istanza puramente paideutica, mette in luce, in maniera originale e non scontata, gli aspetti contradittori di un'educazione troppo coercitiva e suggerisce un punto di incontro fra due realtà assai diverse che possa consentire al bambino di operare una scelta consapevole e non di subirla.
La frase dal film:
Abbiamo creato il paradiso!
Abbiamo creato il paradiso!
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