Dumbo
Film Ragazzi
Fantastico
Burton riscrive a modo suo il capolavoro Disney e trova l'equilibrio tra la storia originale e il proprio immaginario.
diTim Burton
conColin Farrell, Danny DeVito, Eva Green, Michael Keaton, Alan Arkin, Lucy DeVito, Joseph Gatt, Roshan Seth, DeObia Oparei, Sharon Rooney, Douglas Reith
durata: 112 min. produzione: U.S.A. (2019)
Link al sito: https://disney.it/film/dumbo-2019
La guerra è finita e Holt Farrier ritorna a casa, al suo circo, e ai suoi due figli, Milly e Joe. Ha perso un braccio, la moglie, il suo numero coi cavalli, e anche il resto della compagnia non se la passa molto bene. Il direttore, Maximilian Medici, punta sul cucciolo di elefante in arrivo, ma, alla nascita del piccolo di mamma Jumbo, rimane interdetto e furioso, a causa delle sue orecchie fuori misura. Milly e il fratellino, invece, si affezionano al piccolo dagli occhi azzurri e scoprono che, dietro l'handicap apparente, nasconde una straordinaria abilità: se stuzzicato da una piuma, Dumbo (questo il vezzeggiativo che il pubblico affibbia all'elefantino) può volare! Lo scoprirà anche il furbo imprenditore Vandevere, e allora per Dumbo e i suoi amici inizieranno i guai.
C'è più Tim Burton in questo rifacimento in live action di Dumbo che in molti degli ultimi film del regista, forse e soprattutto perché le sue impronte si celano nelle fondamenta dell'impianto filmico, ben più che nelle trovate di superficie.
Per quanto naturalmente imbevuto di citazioni del classico Disney del '41, il Dumbo di Burton poggia le zampe su altre basi: non sarà la sua mostruosità a dettare l'immagine del film, e dunque non saranno né lo scherno crudele né la compassione che suscita ad abitare il centro della scena, perché quella mostruosità è un tratto di famiglia, un marchio di appartenenza. C'è a chi manca un arto, a chi un fratello, una madre, una coda da sirena, ma fa parte del gioco; l'importante è stare uniti, fare famiglia, essere trasformisti e versatili, come Rongo The Strongo, forzuto in vestaglia, ma anche contabile e ufficio stampa.
Quando dalla dimensione del desiderio si passa invece a quella del sogno, le cose cambiano. Burton racconta la "Dreamland" in cui il personaggio interpretato da Michael Keaton trascina l'ingenua compagnia circense come una Hollywood Babilonia, tutta coreografie e lustrini e retroscena senza scrupoli: un sogno che contiene un'"Isola dell'incubo" e quell'incubo è la perdita della mamma, e fa di Milly e di Dumbo una cosa sola. Appare allora evidente che il film dietro il film di Tim Burton non è l'originale Disney ma lo spielberghiano E.T.: legati intimamente dallo stesso sentire, come fu per Eliot e per il suo amico extraterrestre, bambina e creatura volano in cielo con la stessa urgenza e per lo stesso fine.
Non c'è niente che non sia prevedibile nel nuovo Dumbo: la scaletta è dettata e rodata, come in uno spettacolo che si ripete uguale ogni sera, imprevisti compresi, ma è lo sguardo che cambia. Quello con cui Dumbo guarda le bolle di sapone, quello con cui Max e Holt ripensano il circo e quello con cui Tim Burton riscrive la storia dei capolavori Disney in un finale che vola, come una piuma, di citazione in citazione.
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