Locandina Film IL RITRATTO DEL DUCA

IL RITRATTO DEL DUCA

(The Duke)

Film

Commedia

UN BRILLANTE RITRATTO DI UN AUTODIDATTA DOTATO.

diRoger Michell

concon Jim Broadbent, Helen Mirren, Fionn Whitehead, Matthew Goode, Aimee Kelly.

durata: 96 Min. produzione: GB (2020)

Link al sito: https://www.mymovies.it/film/2020/the-duke/

Estremo nord dell’Inghilterra, con la Scozia a uno schioppo, terra proletaria di carbone e cantieri navali; la zona di Newcastle. Proprio lì nei primissimi anni ’60 si focalizzarono le attenzioni inattese dei media nazionali, anche di quella BBC a cui il protagonista di questa storia non voleva pagare quello che noi definiremmo il canone, perché aveva modificato la televisione per sintonizzarsi solo su ITV, la prima televisione commerciale britannica che si alimentava con la pubblicità. Perché la TV era fondamentale per passare il tempo, e gli indigenti e gli anziani avrebbero dovuto averla gratis, sosteneva chiamando in causa il giornale locale per sostenere la sua battaglia. Un piccolo ribelle a ogni livello, quindi, un sessantenne dal buffo nome di Kempton Bunton, probabilmente concepito in un ippodromo, come diceva lui stesso. 

Una storia vera, sia chiaro, come ci ricorda subito una scritta che apre la commedia di Roger Michell che ora ne racconta le gesta, dal titolo Il ritratto del Duca, con Jim Broadbent nei panni del dissacrante e irresistibile anarchico e Helen Mirren in quelli della moglie, lavoratrice seria che si vergognava, almeno all’inizio, delle gesta del marito. Quali sono queste azioni da prima pagina? Il furto del ritratto del Duca di Wellington dipinto da Goya dalla National Gallery, messo in atto con una certa semplicità e unico caso di furto, sia ben chiaro finora, nel celebre museo londinese. Scriveva sempre note, Kempton, e questa volta ne mandò di minacciose al governo chiedendo come riscatto, in cambio della riconsegna del nobile selfie ante litteram, più soldi investiti nell’aiuto agli anziani, a partire dalla sua crociata personale per una televisione gratuita in tutto e per tutto.

Recensione da:

di Mauro Donzelli