Io e te
Film
Drammatico
Dopo anni di assenza, Bertolucci torna ai suoi temi preferiti con efficacia, restando al livello dei suoi giovani protagonisti
diBernardo Bertolucci
conTea Falco, Jacopo Olmo Antinori, Sonia Bergamasco, Pippo Delbono, Veronica Lazar
durata: 97 min. produzione: ITA (2012)
Link al sito: http://ioete.libero.it/
Lorenzo (Jacopo Olmo Antinori), quattordici anni, è un solitario per scelta, anche se la madre Sonia Bergamasco lo manda dallo psicologo Pippo Delbono per prendere coscienza di concetti quali “normalità” e “relazione”. Ha così tanta voglia di condividere se stesso con gli altri che quando la classe parte in settimana bianca lui si nasconde in cantina con sette bibite, sette scatolette di tonno, sette succhi e qualche libro horror (più Tex). Però irrompe Olivia (Tea Falco), la sorellastra figlia del padre che non vede da anni, tossica e nei casini. I due si studiano guardinghi, poi nasce una complicità non banale. Bernardo Bertolucci, dopo nove anni dall’ultimo film, The Dreamers. I sognatori, torna a ballare e non da solo. Io e te è tratto dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, che il cineasta fa proprio esaltando il conflitto tra due personalità estranee, nonostante il legame di sangue, destinate a scoprirsi e crescere adeguandosi una allo spazio dell’altra. La cantina è una stanza chiusa e alla fine entrambi troveranno la chiave, reciproci difensori di intimità ferite. C’è molto di lui, di Bertolucci, in Io e te. E lo diciamo a maggior ragione dopo avere visto Sedia elettrica di Monica Stambrini, il documentario sulla lavorazione del film che sarà inserito come extra nel dvd. Costretto dalla malattia su una sedia a rotelle, il regista, girando nel luogo angusto dove si nascondono i ragazzi, ha totalmente riplasmato il proprio sguardo secondo l’angolazione dal basso verso l’alto di chi sta sempre seduto. Lo stesso direttore della fotografia Fabio Cianchetti (al solito sublime) ha lavorato di conseguenza, calibrando ombre e luci secondo un asse obliquo. Il risultato è una prospettiva che favorisce un paradosso artistico interessante: sono Lorenzo e lo spettatore a doversi “identificare” con Bernardo e il suo modo di guardare, non viceversa. Il finale con la macchina da presa che invece si alza, liberatoria, oltre a essere poeticamente truffautiano, dice molto della parabola di entrambi, personaggio e autore. Io e te è un film tutto sommato minimale ma molto libero, persino un po’ ingenuo nella sua purezza. Se non sapessimo chi c’è dietro potremmo definirlo una riuscita opera... prima. Di Mauro Gervasini - FilmTV n. 43/2012
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