L'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri
(Ice Age: Dawn of the Dinosaurs)
Film Ragazzi
Animazione
Terzo capitolo della saga glaciale: divertente e condito di riferimenti alti
diCarlos Saldanha
conRay Romano, Chris Wedge94 min.
durata: 94 min produzione: U.S.A. (2009)
Link al sito: http://www.leraglaciale3.it/
E’ Mike Thurmeier ad affiancare al timone di regia il solito Carlos Saldanha per il terzo capitolo della serie d’animazione che prima ci ha portati a conoscenza di un gruppo di bizzarri personaggi preistorici animaleschi impegnati a restituire un bambino alla propria tribù ("L’era glaciale", 2002), poi ce li ha mostrati alle prese con un’inondazione post-disgelo ("L’era glaciale 2-Il disgelo", 2006). Con il nuovo sistema di visione 3-D a farla da padrone, ritroviamo lo scoiattolo Scrat, ancora deciso a catturare l’inafferrabile ghianda ma pronto allo stesso tempo ad innamorarsi, mentre l’imbranato bradipo Sid si mette nei guai dal momento in cui comincia a pensare di tirare su famiglia con alcune uova di dinosauro che ha trovato. E ci sono anche la tigre dai denti a sciabola Diego e la coppia di mammuth formata da Manny ed Ellie in questa terza avventura che, con la consueta, massiccia dose d’ironia, tira in ballo un misterioso mondo sotterraneo dove, tra piante battagliere e altre belve feroci, vive Buck, combattiva donnola orba di un occhio. Quindi, sebbene la comicità fisica, in mezzo all’infinità di cadute e alle varie imprese che portano a catapultare da una parte all’altra dello schermo i diversi protagonisti, finisca come di consueto per rappresentare l’elemento di spicco dell’intera operazione (come di un po’ tutti i cartoon d’inizio terzo millennio), anche quella verbale occupa la sua fondamentale parte, riuscendo in più di un’occasione a strappare risate allo spettatore – soprattutto a quello più piccolo. Eppure, con la tematica dell’unione familiare sfoggiata tra le argomentazioni principali del lungometraggio e una spruzzata di ormai inevitabile trash che arriva a coinvolgere perfino del disgustoso muco, l’impressione generale è che lo script tenda eccessivamente ad essere sostituito dalla sequela di veloci situazioni suscita-divertimento. Al pubblico non resta da fare altro che stare al gioco, altrimenti la noia rischia di regnare sovrana. La frase: - "E’ il vento che ci sta parlando" - "E cosa dice?" - "Non lo so, non lo parlo il ventoso" Francesco Lomuscio
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