Locandina Film La ragazza del lago

La ragazza del lago

Film

Thriller

Un film sull'Italia di oggi che indaga sul dolore e sulle dinamiche eterne dei rapporti umani

diAndrea Molaioli

conValeria Golino, Toni Servillo, Omero Antonutti, Anna Bonaiuto, Fabrizio Gifuni, Fausto Maria Sciarappa, Hei

durata: 95 min. produzione: ITA (2007)

Dal romanzo giallo norvegese di grande successo "Don't look back" ("lo Sguardo di uno sconosciuto") di Karin Fossum, trasposto da un fiordo scandinavo ad una piccola comunità montana del Friuli. "La Ragazza del lago" si costruisce sul contrasto tra una località tranquilla, immortalata da una pulita e fredda fotografia, e lo strano, incruento omicidio di una bella ragazza ritrovata soffocata, nuda sulla riva di un laghetto; ma anche tra il quieto vivere apparente e l'emergere di un vasto campionario problematico, dai sepolti segreti: la coppia separatasi dopo la tragica scomparsa del figliolo, il ritardato del paese con padre burbero appena fuori dal caseggiato, il fidanzato dai silenzi dubbi ("tutta questa umanità, assolutamente normale, lontana anni luce - dice il cineasta Andrea Molaioli - dall'idea del crimine, d'un tratto appare deviata, complicata. E' un delitto che fa alzare il coperchio e ribaltare la scena di questa "medietà""). Allo stesso tempo, si sviluppa sulla recettività emotiva del poliziotto investigatore (Toni Servillo), anch'egli alle prese con le sue brave tribolazioni familiari. La soluzione non a caso arriva per intuizione, al di fuori degli elementi in mano al pubblico.

La verità è più complessa di ciò che si palesa, un caso inizialmente privo di moventi - che poi debolmente si susseguono - ha cause sovrapposte e passa in secondo piano davanti alla descrizione ambientale. Produce la Indigo Film (quella dei film di Sorrentino, Dordit, Capuano), Molaioli esordisce con capacità nel lungometraggio (è stato aiuto regista di Moretti, Mazzacurati, Luchetti, Calopresti e ha realizzato filmati istituzionali), il sostanzioso cast di contorno - tra cui Gifuni, Bonaiuto, Golino - sembra sott'utilizzato, mentre il mattatore Servillo è mono tono dietro una rigida maschera fra il sofferto e il nauseato. Nell'insieme, più forma che sostanza, sebbene vada salutato con piacere un raro thriller italiano, e di buona fattura.

La frase: "Chi l'ha uccisa doveva amarla".

Federico Raponi

Recensione da:

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