Mine vaganti
Film
Commedia
diFerzan OzpetekRiccardo Scamarcio, Carolina Crescentini, Alessandro Pre
conRiccardo Scamarcio, Carolina Crescentini, Alessandro Preziosi, Nicole Grimaudo, Elena Sofia Ricci, Ennio Fantastichini, Daniele Pecci, Ilaria Occhini, Lunetta Savino, Dario Bandiera
durata: 116 MIN produzione: ITA (2010)
Link al sito: http://www.minevaganti.net/
La famiglia: alcuni la dipingono in maniera più moderna, altri più tradizionale, ma negli ultimi tempi è un tema che riaffiora spesso nel cinema italiano. Non poteva esimersi Ozpetek, che alle tematiche di sempre lega quelle della famiglia patriarcale tipicamente italiana: una famiglia tradizionalista che non sa accettare la diversità e non sa vivere al di fuori delle convenzioni. Il giovane Tommaso (Riccardo Scamarcio) torna nella città natale, Lecce, per fare una serie di rivelazioni alla sua famiglia: non è solo la sua omosessualità che è difficile da confessare ai genitori, ma anche che, contrariamente a quanto tutti hanno creduto fino a quel momento, non è stato a Roma per studiare economia ma si è laureato in lettere e intende fare lo scrittore. La sua confessione però non avviene: una serie di eventi lo costringono a fermarsi a Lecce per qualche tempo per lavorare nell’impresa di famiglia e, ovviamente, riflettere su se stesso e le proprie scelte. L’atmosfera è diversa dalla solita dei film di Ozpetek, sicuramente meno colorata e variegata ma, anche quando sono avvolti nella più totale ipocrisia e perbenismo, i personaggi sono eccentrici soprattutto nei modi di reagire quando si trovano di fronte a realtà che non conoscono. I genitori di Tommaso (i bravissimi Ennio Fantastichino e Lunetta Savino) più che essere rigidi nelle loro posizioni, negano l’evidenza dei fatti e in parte l’amore per i loro figli. Invece la zia (una quasi irriconoscibile Elena Sofia Ricci) e la nonna di Tommaso (Ilaria Occhini) sono i personaggi più lungimiranti e forse anche i più riusciti: entrambe hanno sofferto a causa del loro spirito libero che è stato inesorabilmente domato dalla famiglia, entrambe sono ormai chiuse in un silenzio carico di significato, e in cerca di uno spiraglio che permetta loro di evadere dal carcere quotidiano in cui si trovano a vivere; proprio per questo sono più aperte verso i cambiamenti e la diversità, sono probabilmente loro le mine vaganti che danno il nome alla pellicola. In questo film ciò che sorprende di più, e assai piacevolmente, è il tono tragicomico, l’ironia dei personaggi e delle situazioni. Non c’è più la tragedia che scoppia per mettere i protagonisti di fronte a se stessi, troviamo uno scontro tra mentalità diverse che genera una serie di momenti molto divertenti. Ovviamente non mancano i tipici toni melodrammatici dei film di Ozpetek, ma, tra qualche autocitazione e picco di melassa, stavolta si ride. I luoghi comuni sulla mentalità ristretta delle famiglie tradizionali e la morale, secondo cui le divergenze vengono sempre appianate dall’amore se si mette da parte l’orgoglio, risultano un po' scontati; ma il film è assolutamente piacevole, ottimo spunto di riflessione per chi si trova ancora a combattere le stesse battaglie di Tommaso dall’una o dall’altra parte, e ci suggerisce che ogni tanto ci si può imbattere in qualche mina vagante che rompe lo stato delle cose, facendole migliorare. La frase: "E' più faticoso stare zitti che dire quello che si pensa". Ilaria Ferri
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