Locandina Film Pane e tulipani

Pane e tulipani

Film

Commedia

Un film rivoluzionario su una donna controcorrente.

diSilvio Soldini

concon Licia Maglietta, Bruno Ganz, Giuseppe Battiston, Marina Massironi, Antonio Catania.

durata: 105 Min. produzione: ITA (2000)

Link al sito: https://www.mymovies.it/film/2000/paneetulipani/

Rosalba, casalinga quarantenne con due figli che la danno per scontata e un marito, Mimmo, che la tratta come un elettrodomestico, viene dimenticata in un autogrill: metafora quantomai potente dell'invisibilità a cui era ridotta. Quell'abbandono temporaneo, che poteva tradursi nell'ennesima mortificazione, si rivela invece una splendida occasione per riprendersi una vita interrotta nella post adolescenza con quel matrimonio infelice, portandosi via tutte le sue potenzialità creative. Rosalba accetta infatti un passaggio da una sconosciuta e si ritrova a Venezia, città-teatro dove incontra Fernando, un islandese dall'animo poetico e dalla natura (forse anche data la provenienza geografica) paritaria, e riscoprirà il talento per la fisarmonica, strumento romantico ed evocativo per antonomasia. Altre figure di contorno saranno per Rosalba illuminanti, e verranno illuminate dalla sua presenza: dalla massaggiatrice Grazia "sorella" di vita al fiorista rivoluzionario Fermo fino all'investigatore Costantino, ingaggiato da Mimmo per riportare la moglie a casa (in quanto sua legittima proprietà).

Pane e tulipani è una favola contemporanea e un inno alla libertà, non solo femminile.

Fernando è un uomo del futuro, quanto a sensibilità e a spirito egalitario, il figlio minore di Rosalba scoprirà i limiti della sua educazione patriarcale, e persino per Mimmo c'è un'attenzione nel fare di lui il prodotto di una cultura che assegna ruoli rigidi e frustranti.

Al centro di questa favola c'è un'attrice luminosa e poliedrica come Licia Maglietta, che fa della sua Rosalba un'anima non gravata dal senso di colpa (femminile), quietamente assertiva e capace di assecondare (e promuovere) un'evoluzione non solo individuale, ma è di genere e, in senso più ampio, umanitaria.

Silvio Soldini alla regia è come sempre sensibile e attento, e posa sui suoi personaggi, soprattutto femminili, il suo sguardo empatico e "straniero" rispetto alla cultura dominante italiana, della quale percepisce tanto le costrizioni quanto le possibilità. Dal canto suo la sceneggiatrice Doriana Leondeff porta alla storia la sua visione di una donna semplice e serena, con un'ingenuità che riesce a colorare la realtà invece di rimanerne schiacciata, mostrando un'energia creativa che neanche la routine domestica è riuscita ad annullare. Il film letteralmente si colora della sua scoperta di un mondo "altro", creando una palette insieme caotica e armoniosa che ricorda i quadri di Matisse (le scenografie sono di Paola Bizzarri, i costumi di Silvia Nebiolo e la fotografia di Luca Bigazzi), con una predilizione l'azzurro cielo che richiama il sogno e il desiderio di libertà tanto a lungo celati.

Niente è come ce lo si aspetta, nessun personaggio è prevedibile o scontato, e ogni equilibrio, più che frantumato, è ricomposto e reindirizzato verso un'evoluzione migliore, per tutti, non solo per Rosalba. Rosalba è il suo stesso principe (di nuovo) azzurro: è lei che "salva" coloro che ha intorno. E Bruno Ganz, che porta con sé la tradizione di un cinema mitteleuropeo innovatore e immaginifico, è perfetto nell'incarnare un maschile recettivo al cambiamento. Il suo buffo e aulico italiano ha qualcosa di cavalleresco e fa di lui un Lancillotto di terza età, che non ha abbandonato una nobile galanteria; il suo italiano ha ascendenze leopardiane ma rimanda anche al Piccolo Principe, perché come Rosalba cammina leggero su pianeti sconosciuti dei quali riconosce la poesia.

 

In ognuno dei nomi dei personaggi in scena è nascosta una chiave di lettura: Rosalba contiene il chiarore di un giorno più roseo; Grazia è il tratto con cui la massaggiatrice approccia il suo mestiere; Costantino ha la perseveranza dell'investigatore; e Fernando (che significa "coraggioso nel viaggio") ha un nome da esploratore di terre lontane e un cognome, Girasole, capace di volgersi verso la luce (è anche quello di un fiore, come i tulipani del titolo, recettivo al pollice verde di Rosalba), mentre Fermo è, appunto, fermo nelle sue convinzioni anarchiche. Mimmo invece comunica fin dal diminutivo un'identità rimpicciolita, per scelta o per destino socioculturale, una banalizzazione del sé.

Pane e tulipani, film di inizio secolo, è rivoluzionario nel raccontare senza giudizio e senza punizione una donna che lascia marito e figli per ritrovare se stessa, e precorre i tempi nel creare un'eroina che prende in mano l'eredità della protagonista di Una moglie e le regala un destino migliore. Nella sua libertà c'è anche una radice maschile: quel nonno che le insegnava a mandare a memoria tutte le capitali del mondo, come per darle la possibilità di scoprirle di persona, un giorno. E che retribuiva questa sua capacità con un soldino (tenendo presente che Soldini è il cognome del regista di questo film): il che significa riconoscerlo come un lavoro, al contrario del "ruolo" non retribuito di casalinga. "Non ti muovere", intima Mimmo a Rosalba quando scopre che è rimasta all'autogrill: ma lei non può più stare immobile, e scoprirà di non essere "un disastro", ma una creatura con tanta vita ancora da vivere, e da condividere.

Recensione da:

di Paola Casella