Rebecca, la prima moglie
(Rebecca)
Film
Drammatico
diAlfred Hitchcock
durata: 93 min. produzione: USA (1940)
Tratto dal romanzo di Daphne du Maurier.
Esordio hollywoodiano del maestro del brivido - che qui compare nel suo solito ruolo cameo fuori da una cabina telefonica - con un film cupo, inquietante e suggestivo. Oscar 1940 per il miglior film e per la fotografia di Gorge Barnes. Joan Fontaine, anche lei candidata, rimase a mani vuote, ma si rifece l'anno dopo vincendo l'ambita statuetta con Il sospetto (altro film di Hitchcock).
(andrea tagliacozzo).
Primo film americano per il mago del brivido che era partito per girare qualcosa sul Titanic e gli venne poi offerta da Selznick questa storia tratta da un libro della du Maurier, che lo stesso Hitch aveva rinunciato a comprare per l'alto prezzo. Nonostante i soldi siano americani il cast, la storia e l'ambientazione rimangono inglesi.Rebecca rappresentò per Hitchcock un importante salto di qualità: dalla storia d'azione con suspence al thriller psicologico, da un accento posto sulla costruzione della macchina a una maggiore attenzione alla psicologia dei personaggi che da lì in poi prende il sopravvento.
A Montecarlo, una timida ragazza inglese dissuade dal suicidio Max De Winter, da poco vedovo. Max inizia a frequentarla e alla fine le chiede di sposarlo. In patria, nell'antica dimora di Menderley, sorgono le prime difficoltà: la nuova signora De Winter si rende conto che tutti la considerano inferiore a Rebecca, la prima moglie. Gli sbalzi d'umore di Max e la spettrale presenza della signora Danvers, governante che vive nel ricordo della defunta, non fanno che accentuare la sensazione di estraneità.
A una festa in costume, la Danvers induce l'ignara ragazza a indossare un vestito di Rebecca, per umiliarla e spingerla a uccidersi. Ma quella sera viene ritrovato il panfilo su cui Rebecca scomparve in mare. Max racconta alla moglie che Rebecca gli era infedele e che morì accidentalmente durante un litigio, costringendolo a simulare l'affondamento. Ora le prove sono contro di lui e Jack Favell, amante di Rebecca, cerca di farlo accusare. I De Winter affrontano uniti le avversità e quando una rivelazione finale libera Max da ogni sospetto, alla signora Danvers non resta che un'ultima, disperata follia.
Di fronte al divieto del produttore Selznick di alterare la trama del romanzo di Daphne Du Maurier, Hitchcock è costretto a convertire ogni dettaglio in una sorgente di suspence, per evitare la banalità del melodramma. Ecco allora l'iniziale di Rebecca diventare un'angosciante presenza su ogni oggetto, dando al personaggio di Joan Fontaine la sensazione di essere un'intrusa che può essere scoperta e punita da un istante all'altro. Perfetta è l'assoluta malvagità incarnata da Judith Anderson, alla cui ombra scura dietro le tende lo stesso Hitchcock farà riferimento girando Psycho.
Quando finalmente la storia scivola nel giallo, il regista può percorrere il binario più familiare dell'innocente accusato di un crimine e condurre la vicenda alla spettacolare conclusione. L'inganno del cinema provvede a far dimenticare che la grande casa in fiamme è soltanto un modellino.
Oscar al film.
Colonna sonora