Risate di gioia
Film
Commedia
Il capolavoro sottostimato di Monicelli
diMario Monicelli
conSceneggiatura: Suso Cecchi D’Amico, Age, Scarpelli, Mario Monicelli, dalle novelle di Alberto Moravia Le risate di gioia e Ladri in chiesa. Fotografia: Leonida Barboni. Musiche: Lelio Luttazzi. Interpreti: Anna Magnani (Gioia Fabricotti detta T
durata: 106 min. produzione: ITA (1960)
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(Italia/1960) di Mario Monicelli Sceneggiatura: Suso Cecchi D’Amico, Age, Scarpelli, Mario Monicelli, dalle novelle di Alberto Moravia Le risate di gioia e Ladri in chiesa. Fotografia: Leonida Barboni. Musiche: Lelio Luttazzi. Interpreti: Anna Magnani (Gioia Fabricotti detta Tortorella), Totò (Umberto Pennazzuto detto Infortunio), Ben Gazzara (Lello), Fred Clark (l'americano ubriacone), Edy Vessel (Milena), Mac Ronay (Alfredo). Produzione: Silvio Clementelli per Titanus. Durata: 106’ Restaurato nel 2013 da Cineteca di Bologna e Titanus in collaborazione con Rai Cinema presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata. Una notte di capodanno a Roma, Anna Magnani (che Monicelli trasformò in bionda) con uno spiumato boa di struzzo, Totò con il suo vecchio frac (e Ben Gazzara, compagno astuto nell’arte di arrangiarsi). Cercano compagnia, cercano d’infilarsi in tavolate che li rifiutano, cercano di sopravvivere. Scoprono che ciascuno dei due ha solo l’altro, e non è un granché. Scintille d’avanspettacolo e commedia esistenziale. Irresistibile successione di gag e battute, amarissimo: il capolavoro sottostimato di Monicelli. Il film ritorna alla prima visione come anti-cinepanettone natalizio nel restauro curato dalla Cineteca di Bologna: ed è, forse più di ogni altra della serie Cinema Ritrovato al cinema, un’opera da scoprire, poiché nemmeno all’epoca ebbe il successo sperato e previsto, “per via di quella vena amara e nostalgica del racconto, del clima dolente che si respira, un po’ da fine dello spettacolo, del varietà e dell’epoca dei due grandi attori, alla consueta dimensione pessimista di Monicelli” (Roy Menarini). Resta l’unico incontro di Magnani e Totò, lei si chiama Gioia e porta sul set le sue irripetibili risate, lui “si rinchiude in se stesso, la sua interpretazione diventa distaccata, quasi elegante” (Alberto Anile). Davvero: un capolavoro.
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