SANTA SUBITO
Film
Documentario
UNA LEZIONE DI DOCUMENTARIO SU UNA STORIA SIMBOLICA FORTE E COMMOVENTE.
di Alessandro Piva
durata: 60 min. produzione: ITA (2019)
Recensione di Claudia Catalli
Santa Scorese è una ragazza vivace, dalla forte vocazione religiosa, che vive a Bari negli anni 80. Poco più che maggiorenne sogna di diventare missionaria, frequenta assiduamente la Chiesa, affida i suoi pensieri a un diario e a una famiglia che la segue e l'asseconda affettuosa. Fin quando la sua vita si trasforma in un incubo, per colpa della morbosa attenzione di uno sconosciuto che non smetterà di seguirla e perseguitarla. Il 15 marzo 1991, al rientro a casa, Santa viene accoltellata e muore ad appena 23 anni.
Fare un film sul drammatico fenomeno dello stalking non è mai impresa facile. Ne abbiamo avuto esempi di fiction, come The Stalker di Giorgio Amato, ma la realtà è sempre più impressionante e spaventosa della finzione.
Alessandro Piva sceglie con coraggio la via del documentario e, dedicando il suo prezioso e importante film a "Coloro che sopravvivono", sceglie di intervistare proprio loro, i superstiti della tragica morte di Santa Scorese. Sua madre, suo padre, la sorella Rosa Maria, le guide spirituali, le amiche, i parenti, tutti coloro che gravitavano attorno a Santa e rimanevano per loro stessa dichiarazione sorpresi e "contagiati" dal suo entusiasmo. Aveva intrapreso un cammino religioso di cui era molto convinta, come racconta la voce funzionale e dolcissima di Federica Torchetti che ne restituisce tutto l'afflato e l'intensità.
Di colpo si ritrovò a vivere braccata da un uomo incrociato per caso negli ambienti parrocchiali: le sue denunce non servivano a nulla - ci vorranno ancora 18 anni prima dell'istituzione del reato di stalking -, la rabbia e l'impotenza crescevano senza però impedire all'inaccettabile di accadere. Tra femminicidio e martirio, l'imperdibile documentario di Piva racconta la storia di una morte annunciata che forse, fa pensare il film, le istituzioni avrebbero potuto evitare. Avrebbero dovuto evitare.
Una storia simbolica forte e commovente, che finisce per catturare l'attenzione e la sensibilità dello spettatore e inchiodarlo alla poltrona, senza mai ricattarlo con buonismi e retorica. Fino a metà film, per chi non conosce la storia, sembra il racconto di una ragazza che scopre la gioia della vocazione. Poi il documentario cambia drasticamente ritmo e tono, come a restituire lo stesso drastico cambiamento subito da Santa in prima persona.
Prodotto da Fondazione con Il Sud e da Apulia Film Commission, Santa Subito mostra di avere la forza visiva del cinema neorealista, capace di raccontare il quotidiano con una vena di sofferta poesia, soffermandosi sulle espressioni eloquenti dei volti come su una pentola messa a cuocere sul fuoco, o sui panni stesi a Bari vecchia. Ma soprattutto la forza emotiva di una storia vera che si fa implicita denuncia all'indifferenza delle istituzioni e che poteva avere tutt'altro finale, più giusto, più umano.
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