Sull'argomento della nostra felicità eno una pola

(da Pinter e Beckett)

Teatro

Drammatico

PRIMA NAZIONALE

die adattamento Gancarlo Sammartano

conNicola Ciccariello e Gianluca delle Fontane

produzione: ITA (2009)

Sull’argomento della nostra felicità nemmeno una parola, è una pièce nera in un tempo nata dall’incontro postumo tra due autori altrettanto ed egualmente privi di candore. In una stanza si concentra, per vie diverse ma comune esito, tutta l’azione che può nascere da un dialogo senza dialettica tra due bellimbusti –più attori che personaggi- frammenti essi stessi come le storie che li contengono. Storie da niente, vicende improbabili, fallimenti, dispetti e cattiverie, una conversazione evasiva, tra minacce e sospetti, in stile di apparente realismo che volge fatalmente ad una metafisica e mortale comicità. Ne Il Calapranzi (The Dumb Waiter, 1957) di Harold Pinter due killer, non propriamente affiatati ed efficienti, aspettano la chiamata per l’ennesima eliminazione. La giornata è nata storta. Nella stanza ad ore ci sono troppe cose che non vanno: uno sciacquone che funziona quando non dovrebbe e viceversa; un portavoce minaccioso, un calapranzi con comande impossibili. Ma sono le teste che non girano al meglio, e la rivolta degli oggetti non fa che anticipare un finale giallo sospeso sul nulla. In Teatro 2 (Fragment de thèâtre II, anni ’60) di Samuel Beckett la storia si ripete. I due soggetti in questo caso hanno cambiato ramo: hanno smesso i revolver e fanno i ragionieri di morte. Istruiscono a domicilio pratiche di suicidio. Con poca fatica, minimo rischio e massima crudeltà subissano di ricordi e testimonianze un povero Signor C., che da perfetto campione della dissoluzione beckettiana, se ne resta a letto –più apatico che impressionato- ad assistere al teatrino della propria vita. Ancora una volta la stanza dà corpo alle ombre, le mansioni non risultano così facili, e un brivido della sera tortura i due persuasori di morte. Ma come in ogni grottesco la solitudine e la disperazione si fanno macabro spasso. Buon divertimento Giancarlo Sammartano