Talking Heads: Stop Making Sense
CONCERTO
MUSICA
il più bel film-concerto di sempre
diJonathan Demme
conDavid Byrne - voce, chitarra (1974-1991) Jerry Harrison - tastiere, chitarra, voce (1974-1991) Chris Frantz - batteria, percussioni (1974-1991) Tina Weymouth - basso, voce (1974-1991)
durata: 85 MIN produzione: U.S.A. (1984)
Definito dal Rolling Stone Il più bel film-concerto di sempre, Stop Making Sense dei Talking Heads il film, girato da Jonathan Demme, cattura tutta l'incredibile energia dei tre live della band al Pantages Theatre di Hollywood, nell'ormai lontano dicembre del 1983. I Talking Heads sono al loro meglio,è il periodo di brani storici come Psycho Killer, Burning Down The House e Once in a Lifetime. Un'occasione in più -e di grandissima qualità- per scoprire o riscoprire una delle più grandi band di sempre. Se non avete mai ascoltato le teste parlanti, fate il gioco di indovinare quante band attuali hanno attinto a mani basse dal loro incredibile repertorio. Potreste stupirvi non poco. Talking Heads sono stati un gruppo musicale anglo-americano di "avanguardia-pop" con forti sperimentazioni in campi come il funk, il post-punk, il punk rock e la world music, formatisi a New York nel 1974 e attivi fino al 1991. Formatisi nel 1974 e guidati da colui che è forse l'emblema dell'approccio avanguardistico alla musica pop, David Byrne, i Talking Heads si ricordano per una discografia ed in generale una proposta artistica caratterizzata da un'ecletticità spinta verso estrosi eccessi e per i concerti dal vivo dalla grandissima carica emotiva, orchestrale e dall'inusitato impatto sonoro e scenico, live puntualmente ed inevitabilmente documentati da diversi supporti in diverse occasioni. Cresciuti nella New York degli anni settanta, ne hanno vissuto e assimilato i fermenti. Il periodo era quello di Andy Warhol e delle nuove avanguardie nelle arti visuali e grafiche. Dopo aver frequentato un istituto d'arte, Byrne fonda il gruppo con Chris Frantz, un suo compagno di corso, e assoldando Tina Weymouth (bassista) e Jerry Harrison (chitarrista). La formazione è rimasta sostanzialmente invariata fino allo scioglimento. I primi due album sono molto simili e propongono uno stile molto originale fatto di canzoni brevi e fresche tra cui spiccano i due pezzi più famosi Psycho Killer e Take Me to the River. Già dal secondo album, More Songs About Buildings and Food (1978), sono prodotti da Brian Eno, ma è dal terzo album, Fear of Music (1979), che questa collaborazione si evidenzia maggiormente nelle sonorità, e contiene hit come Life during wartime, I Zimbra (brano in cui spicca la chitarra di Adrian Belew). Col quarto album, Remain in Light (1980), si compie una svolta significativa verso un funky molto ritmato, dove le percussioni sono ossessive e il ritmo è velocissimo (tra le hit, Once in a lifetime e Houses in motion). Dal quinto in poi entrano elementi di musica etnica e la sonorità si fa meno rock, ma resta sempre originale. Da segnalare che negli anni ottanta i Talking Heads erano accompagnati, sia in studio che in tournèe, dal bassista e chitarrista Busta Jones. Dopo lo scioglimento del gruppo, Byrne inizia anche un percorso di ricerca che lo porta a lavorare con artisti brasiliani, Brian Eno e altri ancora. Alcuni gli rimproverano una musica troppo cerebrale e "complicata". Da una canzone dei Talking Heads deriva il nome del complesso inglese Radiohead. Anagrammando il nome del gruppo si ottiene King's Lead Hat, titolo di una canzone del già citato Brian Eno. Il logo dei Nine Inch Nails (abbreviato NI§ª) fu ispirato dalla tipografia di Tibor Kalman dell'album Remain in Light.