Urlo
(Howl)
Film
Drammatico
Ricostruzione "ipertestuale" del celebre poema di Allen Ginsberg, a tratti suggestiva e a tratti freddamente didattica
diRob Epstein, Jeffrey Friedman
conMary-Louise Parker, James Franco, Jon Hamm, Jeff Daniels, Alessandro Nivola, David Strathairn, Treat Williams, Sean Patrick Reilly
durata: 90 min. produzione: U.S.A. (2010)
Link al sito: http://www.ivid.it/urlo/
"Ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte da pazzia, morir di fame isteriche nude strascicarsi per strade negre all’alba in cerca di una pera di furia". Sono questi i versi che Allen Ginsberg "urlava" per la prima volta nel 1955 nella Six Gallery di San Francisco; sono questi versi quelli che aprono l’opera che sarebbe poi divenuta il poema cardine della così detta Beat Generation: Howl, appunto. Un testo che narra con stile inedito le molteplici esperienze dell’autore (l’omosessualità e l’amore nei confronti di Peter Orlovsky), i rapporti e le conversazioni con gli amici (tra cui diversi artisti, come Jack Kerouac e William Burroughs), il dissenso verso lo Stato americano (denominato "Moloch"), lo sviluppo di un movimento di scrittori dissidenti che voleva cambiare il mondo. Proprio questa vivacità intellettuale, unita a un massiccio uso di droghe allucinogene come il peyote, genererà le rime che un paio d’anni più tardi saranno censurate e portate in aula di tribunale per oscenità nella persona dell’editore Lawrence Ferlinghetti. Il lavoro degli esperti documentaristi Rob Epstein e Jeffrey Friedman prende questa direzione, cercando di ricostruire il momento topico di fermento socio-culturale e riflettere sulla libertà di espressione e sul ruolo dell’artista nella comunità. La narrazione avviene attraverso tre momenti distinti ma uniti dallo stesso filo della riabilitazione professionale del giovane Ginsberg (James Franco, perfettamente a suo agio, che offre un’interpretazione credibile): gli aneddoti di vita con le interviste rimaneggiate, il processo del 1957 e lo stesso poema fuso con l’animazione di alcuni graphic novelists. Ed è probabilmente questo dissolversi dei versi nei disegni uno degli aspetti più interessanti di Howl; una rielaborazione animata del quadro sovversivo di San Francisco, della visionarietà del poeta, e di tutto il contesto appartenente all’immaginario "beat", come la ribellione o il battito Bop (uno stile del jazz, ndr) che ritroviamo nella musicalità delle rime. Anche il processo - il cui dibattito è riportato fedelmente - si ritaglia uno spazio discreto e adeguato alla rappresentazione senza cadere nella retorica dello "show" e ci mostra le dissertazioni tra gli avvocati e i vari critici letterari chiamati in causa per esprimere il loro giudizio sull’opera controversa. Quanto al suo contenuto: be’, non meraviglia che all’epoca ne sia stato messo in discussione il valore culturale poiché il poema è effettivamente audace nella sua esposizione stilistica e utilizza un linguaggio sfrontato dove la componente (omo)sessuale appare predominante; oltre a questo aspetto, di Howl colpisce la particolare energia, il fascino psichedelico e la grande acutezza di osservazione che conferiscono all’opera una modernità insita e longeva. Il discorso affrontato da Epstein e Friedman, sembra allontanarsi dalla tematica omosessuale assoluta protagonista dei loro lavori più famosi, ma ne guadagna invece l’essenza proibizionista e rivoluzionaria approfondendo la riflessione su argomenti come il divieto di manifestare la propria identità e ragionando su cosa poteva essere definito osceno allora come oggi. Forse, in alcuni tratti si ha la sensazione di assistere a un freddo esercizio di stile a causa di un uso quasi autoreferenziale della poesia e dalla scarsa interazione tra i personaggi; ciò nonostante Howl rimane una pellicola ricercata con la quale ci si può riconciliare bene verso il cinema dopo l’obbligato distacco estivo. In attesa di catapultarvi nelle immagini del film e nel suo linguaggio inusitato, potete recuperare Urlo e Kaddish (Allen Ginsberg, Il Saggiatore) e leggerne qualche pezzo in vacanza, quando non siete in acqua o a crogiolarvi al sole. Sorseggiare prima un mojito potrebbe favorirne l’appropriata comprensione. La frase: - "Che cos’è la Beat Generation?" - "Non esiste la Beat Generation; è solo un gruppo di persone che cerca di farsi pubblicare". Nicola Di Francesco
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