Locandina Film VANGELO SECONDO MARIA

VANGELO SECONDO MARIA

Film

Drammatico

MARIA INCARNA IL FEMMINILE MODERNO IN QUESTA EVOCATIVA ANTI-NARRAZIONE CHE DENUNCIA LA SCOMODA E SECOLARE REALTÀ DELLA MISOGINIA.

diPaolo Zucca

concon Benedetta Porcaroli, Alessandro Gassmann, Lidia Vitale, Leonardo Capuano.

durata: 105 Min. produzione: ITA (2023)

Link al sito: https://www.mymovies.it/film/2023/vangelo-secondo-maria/

Sogna l'Egitto Maria e la grande biblioteca di Alessandria, sogna di andarsene lontano verso freschi giardini dove i frutti si possono mangiare ma il mondo intorno la vuole maritare, scambiandola con pecore e miseria. Selvaggia e ribelle, Maria rifiuta un ricco pretendente e poi è promessa a Giuseppe, un "vecchio gigante" che la rispetta e di cui diventa l'allieva prediletta, perché questa giovane donna vuole conoscere la lingua greca e la meridiana. Almeno fino a quando un angelo appare, batte le ali e l'annuncia madre del figlio di dio. Per Maria è soltanto un altro uomo a disporre del suo corpo, ingravidandolo. Decisa a fare finalmente la sua volontà, si tufferà tra le braccia di Giuseppe per 'attraversare' insieme la più grande avventura del mondo: l'amore.

Partendo dal romanzo omonimo di Barbara Alberti (Il Vangelo secondo Maria), Paolo Zucca dirige un'anti-narrazione mariana cercando una Maria più 'vera', più compiuta, a cui prova a restituire la sua condizione pienamente umana.

Apolitica e asessuata, nel nostro immaginario è depositata come vergine pia sotto le spoglie di una suora, per elevarla meglio a dea e a irraggiungibile mito verginale. Il Vangelo secondo Maria non si occupa della nascita e della morte del figlio Gesù ma si spinge più indietro nel tempo, ritrovando la sua giovinezza e il suo carattere, segnato dal furore di Erode (Maurizio Lombardi resuscita la parola come Carmelo Bene), e rendendole la sua sessualità e la sua indipendenza. Nessun processo ai teologi che hanno costruito la visione ufficiale di Maria, di cui si ricorda la dimensione storica e le ambizioni escatologiche. Va da sé che la grazia, l'empatia e le precauzioni non basteranno a placare i credenti ma del resto il cinema, come la scienza, non è fatto per sostenere dogmi.

Giocando in sogno con l'iconografia mariana, la protagonista si sogna statua sacra in processione, Il Vangelo secondo Maria rende Maria più familiare, collocandola nel suo contesto spaziale e temporale. Giovane fanciulla ebrea dentro un mondo arcaico dalla spiritualità ancora primitiva, Paolo Zucca la incarna, per scoprire chi fosse questa donna la cui vita è stata intenzionalmente cancellata per farne un grido del cuore, il grido della fede: "Santa Maria, Madre di dio!".

Se per la Chiesa e per i credenti, è l'immensità del mistero del Dio fatto uomo, la divinizzazione di Gesù ha provocato la perdita progressiva della consistenza umana di Maria. Ricettacolo del figlio di Dio, non poteva evidentemente avere un destino al di fuori di questo ma il film se ne 'inventa' uno radicato nei testi, nell'archeologia e nella Sardegna tellurica e vibrante, dove regnano gli uomini e i loro riti violenti.

 

La regia di Zucca contempla le pause, lunghi silenzi con cui compongono i suoi attori, Benedetta Porcaroli e Alessandro Gassman, mai così ispirato e pieno dello "stupore" di cui cantava De André ("Il ritorno di Giuseppe"). Dei suoi versi incarna soprattutto quell' "affetto quasi implorato" davanti alla "rondine" di Benedetta Porcaroli, vestita di sabbia e di azzurro. Pazza d'amore per la conoscenza, soffia un vento di sedizione sul film di Zucca. Dentro al saio, la sua silhouette è come una forma di poesia elementare, arte povera ispirata, che tuona contro l'ingiustizia e la sua condizione di donna.

Oggetto non identificato tra ramo d'oro, coro greco e lingua sarda, che aggiunge un'autenticità intestina alle parole, Il Vangelo secondo Maria non è una speculazione femminista ma un'ipotesi che prova a riempire i buchi storici e a gettare uno sguardo nuovo su una grande figura femminili del primo cristianesimo. Lontano dal neo-peplum di Garth Davis (Maria Maddalena), apocrifo del XXI secolo che vincola l'immaginazione al rispetto dei testi canonici, rispetto che deve a sua volta assecondare le leggi dello spettacolo, il film di Zucca si prende più libertà sulla tradizione cristiana ma lo fa senza fare rumore, lasciando che un uomo e una donna giacciano nello stesso talamo separati soltanto dalle 'mura di Gerico' e da un voto che infrangeranno per concepire il più segreto dei sentimenti.

Non è un film ortodosso Il Vangelo secondo Maria ma un film esitante, instabile su cui pesa il sole del Mediterraneo. Immerso in un realismo straordinariamente evocativo e poetico, è affollato di personaggi, uomini e donne del popolo che formano una galleria di ritratti pasoliniani e autentici. Coi suoi grandi occhi chiari, la Maria di Benedetta Porcaroli interrompe quei volti, concessione formale alle fonti, disegnando un femminile che ha tutta la fantasia irresponsabile del primo francescanesimo.

Un femminile moderno e più complesso - si tratta della donna prima della Madre - che denuncia la secolare e scomoda realtà della misoginia. Perché nel lontano passato le cose erano altrettanto complicate, altrettanto intrise di potere, privilegi e politica. Le voci sovversive le ascoltiamo solo cercando diligentemente ai margini, guardando con attenzione tra immaginazione e realtà.

Recensione da:

di Marzia Gandolfi