Vico Angelo Custode

Teatro

Commedia teatrale

didi Michele Santeramo

conArtisti: Michele Sinisi, Danilo De Summa, Vittorio Continelli Regia: Michele Santeramo, Michele Sinisi

Tre fratelli, Michè, Raffaè e Gabriè, abitano in un «basso» pugliese con la madre (la cui presenza è solo intuita), in Vico Angelo Custode. Tutti oltre la trentina, vivono sospesi nel limbo ben conosciuto da tanti giovani del Mezzogiorno: senza un lavoro stabile, magari con alle spalle studi infruttuosamente terminati, innamorati di donne mitiche che non li ricambiano, perennemente appesi alle gonne di mammà. Un po' per calcolo, un po' per bisogno, un po' per abitudine. Lentamente il coraggio di mettersi in gioco, di partire, di rischiare viene meno, e si rimane lì, seduti nel vicolo, a masticare ricordi mai vissuti, a maledire la terra e il cielo, in attesa del colpo di vento, dell'(e)vento che potrà sparigliare le carte del destino. Poi la ventata arriva, ma è gelida. La madre muore.Il primo ad accorgersene è Gabriele (Michele Sinisi), il più problematico e il minore dei tre fratelli. Fa di tutto per ritardare la scoperta agli altri due, impegnati in un gioco di accuse e ripicche reciproche la cui assenza di sbocchi è tuttavia evidente. Quando però la notizia si fa palese, ecco scaricarsi sulle spalle dei tre - come un grave che si staccasse improvvisamente dal vincolo che lo teneva sospeso - il peso delle responsabilità. Il dolore per la perdita deve essere nascosto, celato dentro casa a ogni costo, arrivando a sacrificare il povero gatto dei vicini per dare una pietosa spiegazione all'odore acre che comincia ad aleggiare nel vicolo. Mancano i quattrini per il funerale e non si può, non si può fare un funerale da poveri a mammà. Tutto può essere perduto, tranne le apparenze.Un'altra prova convincente - che si aggiunge alle precedenti- ci è sembrata questa del Teatro Minimo di Andria. Fondato nel 2001 da Michele Sinisi e Michele Santeramo - che è autore del testo e co-regista - si propone come una tra le realtà più promettenti del teatro di casa nostra, ancora una volta fiorito lontano dai grandi centri e in una regione come la Puglia, dove a un tessuto artistico e culturale vivace non fa tuttavia da contraltare un'economia fiorente in grado di far da volano. Ci hanno pensato la Fondazione Pontedera Teatro, che coproduce Vico Angelo Custode,e prima ancora il Premio Scenario nel 2003 a rivelare il talento di questi giovani (Sinisi è del '76, Santeramo del '74) che sanno fare teatro con pochi oggetti (in scena campeggia una panca, pochi indumenti, un sacco della spazzatura, una scopa, un secchio e una paletta, tutti e tre di colore azzurro) e soprattutto alcune idee ben chiare in testa su come raccontare il proprio tempo senza pietismi o inutili proclami. Minimamente ma risolutamente. Bravi e partecipi anche gli altri due «fratelli», Danilo De Summa e Vittorio Continelli. Lo spettacolo - breve, intorno all'ora o poco più - è dunque gradevole e strappa più di un sorriso, anche se sconta qualche pausa di troppo e ci è sembrato un po' carente nelle definizione dei personaggi. Verrebbe voglia di saperne di più, di vedere come andranno a finire, quei tre. Il che ci sembra un buon viatico per il futuro.
di enzo fragassi